E' circolata nelle ultime ore una notizia su Twitter che riguarda un nuovo sistema di accumulo di energia. Quello che possiamo dire è che certamente non è una pila, non è una batteria tradizionale, non è una flow-battery e nemmeno una fuell-cell. Potremmo considerarlo un sistema che combina tre di questi sistemi. Funziona inserendo un serbatoio un liquido che genera energia elettrica fino a quando non esaurisce questa proprietà. Una volta scaricata la propria energia deve essere sostituito con un liquido nuovo, ovvero rigenerato. Quindi, si comprende che non è una batteria in quanto non si deve collegare alla rete elettrica per ricaricare il dispositivo. Non è una flow-battery in quanto differisce da essa per il fatto che non utilizza due fluidi separati da una membrana per generare l'elettricità. Non è neppure una fuel-cell pur utilizzando l'idrogeno.
I vantaggi sarebbero notevoli utilizzando questa nuova tecnologia.
Il tempo di 'ricarica' del veicolo elettrico sarebbero paragonabili a quelli di una tradizionale auto a carburante, pochi secondi, il tempo necessario per pompare fuori il fluido scarico dal serbatoio e sostituirlo con uno rigenerato.
La percorrenza della vettura elettrica tra un 'pieno' e l'altro, dicono i ricercatori, sia di circa 5.000 chilometri.
Se la densità di energia di una flow-battery è piuttosto scarsa, circa 20wh/kg, mentre quella di una comune buona batteria al litio è circa 250 wh/kg, la nuova batteria di flusso, attualmente in fase di sperimentazione presso la Purdue University, Indianapolis su una golf cart, risulta essere 5 volte tanto, 1.250 wh/kg.
Altro vantaggio. A differenza delle fuel-cell che utilizzano l'idrogeno immagazzinato in contenitori ad alta pressione 5.000 o 10.000 psi per essere convertito in elettricità in combinazione con l'ossigeno atmosferico, con questa tecnologia l'idrogeno viene prodotto dalla stesso dispositivo per essere utilizzato, quindi 20 psi o al massimo 30 psi.
Se queste sono le caratteristiche uniche del dispositivo si capisce quanto anche le infrastrutture sarebbero alleggerite. Niente trasporto di energia su cavi per la ricarica dei veicoli elettrici e la possibilità di utilizzare le stesse stazioni di servizio attualmente in uso per rifornire le auto termiche di benzina e gasolio.
Potenzialmente si aggiungerebbe anche un altro notevole vantaggio, ossia quello dato dalla possibilità del riutilizzo dei componenti e del fluido raccolto che verrebbe rigenerato in un impianto di energia rinnovabile locale, come un impianto solare o una turbina eolica.
Sarà il prezzo elevato a bloccare la commercializzazione? Sembra di no. il costo del fluido dovrebbe aggirasi sui 65 dollari per percorrere quei 5.000 km.
Se tutti questi sono i vantaggi non c'è che da sperare che le sperimentazioni in atto portino ad una tecnologia tanto matura da essere utilizzata diffusamente e sopratutto velocemente [..se..]. Già vi è stato un salto tecnologico effettuato negli ultimi due anni, come ha dichiarato in una dichiarazione alla stampa John Cushman, inventore della IFBattery, professore di terra, scienze atmosferiche e planetarie oltre che professore di matematica della Purdue University. Se ricordate abbiamo trattato l'argomento esattamente due anni fa con un post.
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sul sito della purdue university dicono che è l' anodo che costa 65$ e che va sostituito ogni 3000 miglia.
RispondiEliminaIl fluido va sostituito ogni 300 miglia ma non dicono quanto costa.
https://www.purdue.edu/newsroom/releases/2019/Q1/refillable-technology-could-provide-enough-energy-to-drive-an-electric-car-up-to-3,000-miles.html
Grazie della precisazione!
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