giovedì 21 settembre 2017

Scende il prezzo dell'uranio, il gigante nucleare russo si butta sul litio e le batterie per VE

Dopo un crollo del prezzo dell'uranio, Rosatom Corp., gigante nucleare russo interessato a tutto quel che riguarda il nucleare,  prevede di iniziare l'estrazione e commercio del Litio , metallo usato per le batterie al fine di trarre profitto dalla rapida ascesa di veicoli elettrici. 
Questo è quello che ci racconta Bloomberg in un articolo online di ieri, 20 Settembre. Rosatom, leggiamo su Wikipedia, è un'impresa statale (no profit) della Russia, nata nel 2007, il corpo organizzativo del complesso nucleare russo avente sede a Mosca. Rosatom è l'unico venditore al mondo capace di offrire tutti i prodotti e servizi del settore industriale nucleare. Gestisce tutti gli asset della federazione russa, sia civili che militari. Insieme alle attività commerciali che favoriscono la crescita dell'energia nucleare e le strutture del ciclo del carburante nucleare, essa agisce come un agente governativo, per lo più nel campo della sicurezza nazionale (deterrenza nucleare),  sicurezza nucleare comprese le radiazioni eventualmente rilasciate, oltre che scienza di base e applicata. 
Orbene, questo colosso ha capito, come dichiarato da  Kirill Komarov, primo vice capo della società, in un'intervista che l'evoluzione del business dell'auto elettrica sta andando molto più veloce del previsto. Aggiunge che l'azienda ha in programma di seguire tutta la linea integrata di tutto quello che sta intorno ai veicoli elettrici a partire dall'estrazione del litio fino alle celle per chiudere il cerchio con i battery pack o anche cercare po' di cooperazione con i produttori di automobili.

Rosatom è l'ultima società ad intraprendere la corsa con progetti sul litio per la fornitura del metallo a fronte di una domanda crescente di batterie utilizzate nelle auto elettriche. I prezzi del carbonato di litio sono più che raddoppiati negli ultimi due anni fino a toccare i 14.000 dollari tonnellata, secondo un rapporto UBS AG pubblicato la scorsa settimana. In confronto, i prezzi dell'uranio sono scesi di circa il 40% dalla fine del 2014, un crollo dei prezzi dovuto al disastro di Fukushima del 2011 in Giappone. Gli attuali prezzi bassi di uranio sono insostenibili, dichiara l'azienda col suo portavoce. Il prezzo spot dell'uranio di riferimento di  20,70 dollari al chilogrammo della settimana scorsa è meno di un terzo del suo livello prima di Fukushima, secondo i dati di Ux Consulting Co.
Quindi? Rosatom sta virando verso un nuovo programma pensando di ricavare il 30% delle sue entrate dalle imprese al di fuori l'energia nucleare entro il 2030. 

Possiamo dire che il nucleare inteso come energia, produzione, è finito? A intuizione, nostra (solo?), pare proprio di sì avendo intrapreso la strada del lento declino.




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