giovedì 4 aprile 2013

Clamoroso: un 'cartello' per i carburanti?

Prezzi benzina, ipotesi di truffa aggravata e aggiotaggio.
Nel sito dei Gestori di Carburanti si legge che ci sono fondati sospetti nei confronti delle compagnie petrolifere sul fatto che abbiano messo in atto manovre speculative sul prezzo dei carburanti, secondo quanto emerge da un provvedimento del gip di Varese, Giuseppe Battarino. L'indagine è stata avviata un anno fa per scoprire se le multinazionali dei carburanti avessero messo in atto un vero e proprio "cartello".

Alle procure di Milano e Roma il compito di acquisire una serie di documenti ritenuti rilevanti ai fini delle indagini circa le compagnie petrolifere e società di distribuzione, i bilanci delle medesime società, i contratti di acquisto della materia prima, una clamorosa svolta nell'indagine avviata nel marzo scorso in seguito a un esposto del Codacons sui rincari dei carburanti, quasi mai in linea con l'andamento del prezzo del petrolio al barile.

Si legge nel suo provvedimento del gip: "Esistono indizi di commissione dei delitti di cui agli articoli 501 o 640 del Codice penale (turbativa del mercato e truffa, ndr) da parte di legali rappresentanti e componenti dei cda e dirigenti delle compagnie petrolifere…".

I reati sui quali secondo il magistrato è opportuno svolgere un lavoro di approfondimento riguardano «artifizi e raggiri consistenti nell'aver volontariamente livellato, concordandoli i prezzi dei prodotti petroliferi alla pompa in modo da minimizzare il minor guadagno derivante dall'applicazione dei principi della concorrenza… quindi con un danno economico per un numero indistinto e indeterminabile di fruitori del servizio».

In altre parole sarebbe scattato il classico meccanismo del «cartello» dei prezzi a danno dei consumatori e a vantaggio delle compagnie petrolifere.

L’indagine investe le principali sigle in commercio: Shell, Tamoil, Eni, TotalErg, Esso, Kuwait Petroleum, Api. Per una questione di competenza territoriale il giudice ha come detto deciso che a procedere siano le procure territoriali (principalmente Roma e Milano). È la prima volta in Italia che un'indagine giudiziaria cerca di andare a fondo sul meccanismo di formazione dei prezzi della benzina.

Intanto l'associazione ha già lanciato la class action: "Tutti coloro che negli ultimi cinque anni hanno fatto rifornimento di carburante presso i distributori delle compagnie citate dal gip di Varese possono ora costituirsi parte offesa nel procedimento e avviare l'iter per ottenere un risarcimento in quanto danneggiati da reato".

Il crollo dell'Impero è intorno a noi e ce ne accorgiamo. Ricordiamo altri post come:
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