Prima di leggere questo post, invito a rileggere il post di due giorni fa intitolato Firenze e i veicoli elettrici. No alla conversione elettrica. Firenze, la Toscana, l'Italia - prima parte. per capire le motivazioni che mi hanno portato a scrivere questo secondo post. Per sintetizzare, ho ravvisato nel 'disciplinare' allegato all'ultimo sterile protocollo una chiara intenzione da parte dell'Amministrazione fiorentina di ostacolare l'iniziativa della 'conversione elettrica' inserendo nel testo queste parole che difficilmente possono essere fraintese :
"... nuovo/a di fabbrica e di prima immatricolazione"
sia esso/a una bici a p.ass., uno scooter, un'auto, un furgone.
Terminavo così:
Perché questa modifica? (rispetto ai vecchi Protocolli)
Per quale motivo?
Si è dichiaratamente schierati contro il retrofit e la conversione elettrica. Errore, grosso errore.
E' ragionevole questa presa di posizione ? No. Per niente e non è neanche giustificato da qualsivoglia motivazione tecnica dal momento che, quando un vicolo è immatricolato da un ente statale, questo è conforme alle regolamentazioni italiane ed europee. Un veicolo approvato, omologato e re-immatricolato dalla Motorizzazione Civile non può essere 'discriminato a discrezione' di chicchessia. Anzi,. Non solo non dovrebbe essere discriminato ma addirittura dovrebbe essere premiato più di ogni altro veicolo nuovo al 100%. Sussistono, infatti, dei motivi moto validi e forti per incentivare i veicoli non nuovi di fabbrica e non di prima immatricolazione che ne consigliano riconoscimenti aggiuntivi destinando loro attenzione ulteriori incentivazioni, più dei veicoli nuovi di fabbrica e di prima immatricolazione, a partire da contributi con cifre doppie, triple, o quadruple.
Elenchiamo.
1 - sottrazione / sostituzione - la conversione elettrica con kit di trasformazione (motore, batteria, ecc.) toglie dalla strada un veicolo inquinante e aggiunge, al suo posto, un veicolo ad emissioni locali zero,
2 - razionalizzazione dei consumi - non usufruendo della rottamazione si hanno benefici dal punto di vista economico, della razionalizzazione dei consumi energetici, una minor produzione di gas climalteranti. Considerando la vita di un'auto, la sua LCA (Life Cycle Assessment - Valutazione del Ciclo di Vita) diventa vantaggiosa tanto più a lungo venga garantito l'utilizzo nel tempo del mezzo, considerando anche le emissioni di CO2. Ciò significa che l'energia impiegata nella produzione di quel veicolo (telaio, carrozzeria ecc.) non viene gettata via insieme alla distruzione del motore termico ma viene reinvestita e conservata allungando la 'vita' con una semplice conversione. Nel caso in cui rimpiazzassi un veicolo tradizionale con un veicolo elettrico nuovo al 100% sprecherei una parte dell'energia impiegata per la produzione del veicolo distrutto e sarei costretto a consumare più energia per la produzione di un veicolo completamente nuovo. Operazione del tutto corretta ed auspicabile in generale poiché si tolgono dalle strade veicoli inquinanti e energivori, ma non sempre è obbligatorio procedere in tal senso. Infatti, è possibile rendere operativa l'alternativa data dalla conversione elettrica,
3 - risparmio economico - l'effettivo minor costo di un veicolo trasformato avendo ammortizzato nel tempo la parte da conservare,
4 - creare posti di lavoro - la trasformazione permette di avviare e generare nuovi posti di lavoro offrendo la possibilità di operare a officine piccole e medie, officine che oggi, al contrario, stanno perdendo personale o addirittura sono in procinto di chiudere (definitivamente) i cancelli,
5 - industrializzazione diffusa a livello nazionale - la realizzazione di kit di conversione permette di attivare un indotto notevole in settori industriali nei quali il nostro Paese è ben strutturato e forte, quale la produzione di motori elettrici, azionamenti elettronici, inverter, caricabatterie, componentistica ausiliaria di complemento,
6 - innovazione tecnologica - permette lo sviluppo e la crescita in un settore determinante per il nostro futuro quale è quello dell'innovazione tecnologica, perché, ricordiamolo ancora una volta, il futuro dei trasporti risiede nella produzione e uso di veicoli elettrici non la produzione di veicoli con motore termico dove la concorrenza diventa ogni giorno più spietata, in un mercato asfittico e antieconomico, dove il carburante sarà sempre più costoso e in calo produttivo,
7 - diversificare l'industria - l'Italia probabilmente non ha un futuro industriale automotive tradizionale dove non si investe, si delocalizza, si chiudono stabilimenti. Forze lavoro che non hanno un futuro. Aprire ad un mercato in espansione è assolutamente necessario, da farsi senza perdite di tempo ulteriori,
8 - concentrare gli aiuti economici e di sviluppo - se diamo contributi a pioggia per incentivare l'acquisto di veicoli elettrici nuovi non facciamo altro che stimolare l'industria di altri paesi, con denaro fresco che uscirà dal nostro Paese e che sarà investito per creare posti di lavoro negli stabilimenti produttivi esteri. Si aiuteranno i giapponesi, i francesi, i tedeschi, i cinesi a produrre a casa loro ed esportare qui da noi.
Quello che vorrei leggere nei giornali locali e nazionali sono notizie relative ad un impegno da parte della nostre amministrazioni, cittadine (Firenze), regionali (Regione Toscana), del Governo nazionale, su programmi di sviluppo economico/produttivo, per creare posti di lavoro, per far crescere l'industria locale con solide e durature scelte. Bisogna che le Amministrazioni diano un segnale forte agli imprenditori fiorentini, toscani e nazionali in modo che si organizzino in funzione di un cambiamento di paradigma necessario e inevitabile, che ha ed avrà una solida e costante crescita a partire dal presente in prospettiva futura che sarà tanto più valida se organica e indirizzata correttamente. Siamo sul limite dell'orizzonte degli eventi, ma siamo ancora in tempo per sfuggire al gorgo del nulla. Prima che sia troppo tardi ... MUOVIAMOCI.
Il terzo post della sarà dedicato ad un appello ad Sindaco Renzi, al Presidente della Regione Toscana Rossi, al Ministro dello Sviluppo Economico e al Presidente del Consiglio.
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In valdarno ci sono aree industriali che sono ormai abbandonate al nulla e capannoni che marciscono
RispondiEliminae l'industrializzazione diffusa sarebbe veramente una boccata d'ossigeno..
Oltre a denunciare l'idiozia di questa clausola ne provvedimento alla popolazione e far cavalcare la cosa alle forze politiche di opposizione, non c'è la possibilità di qualche appiglio legale per opporsi? Magari un buon avvocato potrebbe inventarsi qualcosa..
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