Ricominciamo daccapo.
Prendiamo la cimosa e canlliamo tutto quello che è stato scritto a caratteri cubitali da qualcuno : il fotovoltaico fa crescere il costo dell'energia alle famiglie.
Cancellare, cancellare, cancellare.
Scrivere: Il fotovoltaico fa diminuire i costi dell'energia elettrica, mette in condizione le aziende elettriche che producono con i carburanti tradizionale a spegnere le centrali , battute dalla concorrenza, costringendole ad aumentare il prezzo dell'energia durante il picco serale per ritornare negli investimenti 'improvvidamente' affrontati su una tecnologia che sempre più sarà relegata ad una esistenza di supporto energetico. Qualcuno aveva capito in anticipo la questione positiva offerta dal FV (Peak shaving: almeno un picco lo stiamo sconfiggendo !!) e qualcun altro ha capito la manovra del cosiddetto 'cartello delle fossili'.
Se leggiamo l'articolo su QualEnergia comprendiamo cosa si stanno inventando per rimanere a galla: Picco prezzo kWh 'anti-rinnovabili', l'Autorità indaga .
Su queste pagine, primi tra la stampa, avevamo denunciato la strana dinamica che si sta verificando nel mercato elettrico italiano. Ora finalmente la troviamo riconosciuta e ben descritta anche in un documento ufficiale dell'Autorità per l'energia, che annuncia che indagherà su quel che sta accadendo. Stiamo parlando dell'anomalo aumento del prezzo dell'energia nelle fasce serali che si sta verificando alla Borsa elettrica sul mercato del giorno prima negli ultimi 6 mesi. Un fenomeno che si spiega con l'autodifesa dei produttori da fonti convenzionali dalla concorrenza delle rinnovabili e soprattutto del fotovoltaico.
Riassumendo, per chi si fosse perso le puntate precedenti (Quelenergia.it, Un cartello delle fossili per difendersi dal fotovoltaico e Fossili contro rinnovabili e la bioraria conviene meno): prima dell'esplosione del fotovoltaico dell'ultimo anno alla Borsa elettrica c'erano due picchi di prezzo, uno di giorno, verso le 11 di mattina, e uno di sera, verso le 18-20. Ora il picco delle 11 di mattina è praticamente scomparso, ma in compenso il picco di prezzo serale è schizzato alle stelle.
Riassumendo, per chi si fosse perso le puntate precedenti (Quelenergia.it, Un cartello delle fossili per difendersi dal fotovoltaico e Fossili contro rinnovabili e la bioraria conviene meno): prima dell'esplosione del fotovoltaico dell'ultimo anno alla Borsa elettrica c'erano due picchi di prezzo, uno di giorno, verso le 11 di mattina, e uno di sera, verso le 18-20. Ora il picco delle 11 di mattina è praticamente scomparso, ma in compenso il picco di prezzo serale è schizzato alle stelle.
Termino il post con le parole di Pietro Cambi, autore dell'articolo sopra ricordato sul "peak shaving":
Il fotovoltaico NON costa, NON è caro, questa è la verità e comunque lo sarà sempre meno nel futuro al contrario delle non rinnovabili. semplicemente ingloba e rende visibili i costi occulti, che sono esternalizzati ( ma comunque pagati) dalle centrali tradizionali.
Gente, non riempiamo la lavagna con errori destinati ad essere cancellati dall'evidenza, dalla pratica. Cancellare, cancellare, cancellare, riscrivere!
In un recente post di ME troverete l'aggiornamento della produzione nazionale: Le rinnovabili nella produzione di energia elettrica a Marzo 2012.
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Da 1 metro quadro di pannello fotovoltaico si ricavano 150Kwh l'anno.
RispondiEliminaMettendo delle pensiline fotovoltaiche al di sopra delle ferrovie basterebbe metterle su 1/3 degli oltre 15000 km (per una larghezza di 10 metri) si otterrebbe di rendere energeticamente indipendente il trasporto ferroviario.
Per finanziare la cosa non servirebbero gli incentivi, servirebbe la detassazione degli utili reinvestiti in infrastrutture per l'efficenza energetica o l'energia rinnovabile.
Con che soldi si potrebbero pagare questi investimenti?
Impiegando i TFR degli 80.000 dipendenti delle Ferrovie dello Stato più altri 78.000 dipendenti di ENEL più altre aziende del settore fotovoltaico.
Anche se il fotovoltaico si ripaga in 15 anni senza gli incentivi, questi tempi sono compatibili con l'ottica di lungo periodo dei fondi pensione.
Costituendo una joint-venture tra ENEL+Ferrovie dello Stato+ gruppi di aziende del settore fotovoltaico si potrebbero rilevare gli impianti produttivi di pannelli tedeschi che stanno chiudendo per la previsione che eni prossimi anni il mercato dell'energia solare si contragga.
Questa joint-venture garantirebbe il prezzo (basso), la qualità (alta) e la capacità produttiva per soddisfare la domanda che questo mega progetoo richiederebbe.
Ma quindi il picco delle 11 è scomparso perché in quel momento i pannelli solari rendono bene, mentre quello tra le 18 e le 20 è ancora presente perché il solare dà un contributo marginale durante il periodo estivo e praticamente nullo in inverno?
RispondiEliminaI picchi quantitativi sono immutati. E' il costo del kW che ha subito una variazione, mitigato il costo meridiano dovuto al FV, aggravato dalla speculazione del cartello il costo al kW serale per volontà del cartello.
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