Veicoli elettrici - mobilità - tecnologie - ambiente - energia rinnovabile. L'esaurimento delle risorse e le conseguenti ripercussioni politiche ed economiche rendono necessario ridurre la dipendenza dall'importazione di prodotti petroliferi e spingere quindi verso lo sviluppo di fonti energetiche alternative. I veicoli elettrici possono utilizzare tecnologie e risorse nel modo più efficiente.


domenica 11 marzo 2007

Contadini europei contro gli agrocarburanti

"Non contribuiscono a risolvere la crisi agricola, né quella climatica, ed entreranno in concorrenza con la produzione alimentare". La Coordination Paysanne Européenne (Coordinamento contadino europeo: www.cpefarmers.org) che unisce sindacati e movimenti per un'altra agricoltura - fra i quali in Francia la Confédération Paysanne, il sindacato di Bové, e in Italia l'Ari e il Foro contadino - è molto critica verso i biocarburanti, quelli importati ma anche quelli prodotti in loco, sui quali spingono anche i paesi Ue, come molti altri, e che sono spesso presentati come una panacea per il mondo agricolo. Intanto, meglio chiamarli "agrocarburanti", bio essendo un termine equivoco e abusato.
Secondo la Cpe, sarà mediocre l'impatto sull'effetto serra della produzione di carburanti industriali partendo da mais, frumento, barbabietola (bioetanolo) o colza e girasole (biodiesel) ottenuti in monocolture intensive annuali - del resto non avrebbe economicamernte senso la coltivazione biologica, su piccola scala e a bassi input: per nutrire le auto! Sul saldo fra energia (fossile) necessaria per produrre l'agrocarburante e quella del prodotto finale la Cpe fa un po' di calcoli. Se si produce etanolo da mais il saldo è 1: tanta energia mangiata quanta prodotta; ma ricordiamo anche che il mais irriguo è incompatibile con l'incombente crisi idrica. Nel caso dell'etanolo da frumento siamo a 1.06, per quello da barbabietola a 1,14, e per il diestere da colza a 1,66. La convenienza energetica sale un po' se si integrano le economie generate dall'utilizzazione in alimentazione animale dei sottoprodotti. Un reddito decente, poi, può scaturire solo da fortissime sovvenzioni, che favoriranno le grandi aziende a detrimento dell'impiego rurale.
"La sola incorporazione del 5,75% di agro-carburanti nei carburanti da petrolio - obiettivo Ue - necessiterebbe del 20% della superficie agricola coltivata a cereali. Utilizzando tutta la superficie agricola europea si potrebbe fornire solo il 30% dei bisogni attuali in carburanti. E se l"Europa gli agro-carburanti li importa, sposta in altri paesi il problema della concorrenza con l'alimentazione". Senza considerare il costo energetico del trasporto internazionale, "invece di dare la priorità alla riduzione dei trasporti, i paesi industrializzati sviluppano grandi progetti di produzione di agro-carburanti in paesi tropicali quali la Colombia, l'Indonesia, la Malesia, il Brasile, a scapito della sicurezza alimentare e della biodiversità". Si veda l'appello a una moratoria rivolto all'Ue da diverse organizzazioni e già pubblicato da terra terra (www.corporateeurope.org/Open_Letter_EU_biofuels). E del resto non è un caso che le industrie di bioetanolo e biodiesel si posizionino vicino a grandi porti: "La priorità sarà comunque data all'importazione di agrocarburanti tropicali, meno costosi".

L'articolo
L'immagine: Pablo Picasso, Vecchio con Ragazzo

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